martedì 11 novembre 2008

BEI, STOP AI PRESTITI FUORI DALL’UE


La Corte di Giustizia Europea sospende il mandato della BEI per un anno, in attesa di procedure più democratiche e delle consultazioni con il Parlamento Europeo.

Roma, 11 novembre 2008 – CRBM accoglie con estremo favore la decisione della Corte di Giustizia Europea di annullare il mandato per i prestiti fuori dall’UE conferito peridiocamente dagli stati membri alla Banca Europea per gli Investimenti (BEI). La corte, accogliendo il ricorso del Parlamento Europeo cheha richiesto il meccanismo di co-decisione, ammette apertamente che il finanziamento esterno della banca non è coerente con le politiche di sviluppo europee, fissando in 12 mesi il termine entro il quale formulare un nuovo mandato sulla base di obiettivi e procedure nuove. Se tale termine non venisse rispettato le operazioni BEI in Asia, America Latina e nei paesi vicini sarebbero sospese.

La decisione della Corte è di portata storica in quanto per la prima volta conferisce a un’istituzione democraticamente eletta la giurisdizione sui parametri e le politiche per i prestiti della Banca Europea per gli Investimenti e chiarisce una volta per tutte che i prestiti fuori dall'Unione Europea devono inserirsi nel quadro delle politiche di sviluppo, così come da anni sostiene la rete Counter Balance, di cui fa parte la CRBM.

“Siamo molto contenti che la Corte di Giustizia abbia riconosciuto quanto noi e altre Ong europee diciamo da quasi un decennio, ovvero che la BEI deve rispondere del suo operato e non può agire indisturbata senza che nessuno possa controllare le sue attività” ha dichiarato Antonio Tricarico, coordinatore della CRBM. “I prestiti di centinaia di milioni di euro che la BEI ha concesso in tutto il mondo devono essere monitorati con attenzione, perché troppo spesso in passato hanno finanziato progetti che non sono stati di nessuna utilità per lo sviluppo delle popolazioni locali, ma che invece hanno portato solo benefici alle grandi multinazionali e serie conseguenze negative per l’ambiente” ha concluso Tricarico.

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