martedì 18 novembre 2008

Giuda Critica del Cittadino alla Banca Europea per gli investimenti

La guida di Counter Balance, la campagna europea sulla BEI, in cui si svelano tutti gli aspetti critici dell'attività della Banca europea per gli investimenti, una delle meno conosciute, ma al contempo potenti, istituzioni europee. In Italiano. Cliccare QUI per scaricare il file in versione PDF.

martedì 11 novembre 2008

BEI, STOP AI PRESTITI FUORI DALL’UE


La Corte di Giustizia Europea sospende il mandato della BEI per un anno, in attesa di procedure più democratiche e delle consultazioni con il Parlamento Europeo.

Roma, 11 novembre 2008 – CRBM accoglie con estremo favore la decisione della Corte di Giustizia Europea di annullare il mandato per i prestiti fuori dall’UE conferito peridiocamente dagli stati membri alla Banca Europea per gli Investimenti (BEI). La corte, accogliendo il ricorso del Parlamento Europeo cheha richiesto il meccanismo di co-decisione, ammette apertamente che il finanziamento esterno della banca non è coerente con le politiche di sviluppo europee, fissando in 12 mesi il termine entro il quale formulare un nuovo mandato sulla base di obiettivi e procedure nuove. Se tale termine non venisse rispettato le operazioni BEI in Asia, America Latina e nei paesi vicini sarebbero sospese.

La decisione della Corte è di portata storica in quanto per la prima volta conferisce a un’istituzione democraticamente eletta la giurisdizione sui parametri e le politiche per i prestiti della Banca Europea per gli Investimenti e chiarisce una volta per tutte che i prestiti fuori dall'Unione Europea devono inserirsi nel quadro delle politiche di sviluppo, così come da anni sostiene la rete Counter Balance, di cui fa parte la CRBM.

“Siamo molto contenti che la Corte di Giustizia abbia riconosciuto quanto noi e altre Ong europee diciamo da quasi un decennio, ovvero che la BEI deve rispondere del suo operato e non può agire indisturbata senza che nessuno possa controllare le sue attività” ha dichiarato Antonio Tricarico, coordinatore della CRBM. “I prestiti di centinaia di milioni di euro che la BEI ha concesso in tutto il mondo devono essere monitorati con attenzione, perché troppo spesso in passato hanno finanziato progetti che non sono stati di nessuna utilità per lo sviluppo delle popolazioni locali, ma che invece hanno portato solo benefici alle grandi multinazionali e serie conseguenze negative per l’ambiente” ha concluso Tricarico.

martedì 4 novembre 2008

Tenke: una miniera di ingiustizie

Articolo di Luca Manes pubblicato da "Nigrizia Online"

Violazioni dei diritti umani e corruzione: le ong europee mettono sotto accusa il progetto della miniera di Tenke, in RdC, finanziato dalla Banca europea per gli investimenti.


Il progetto della miniera di cobalto e rame Tenke Fungurume, nella Repubblica democratica del Congo, è andato avanti nonostante gravi violazioni dei diritti umani, una corruzione dilagante e crescenti tensioni sociali. Questo è quanto abbondantemente documentato nel nuovo rapporto di Counter Balance, la coalizione di Ong europee che fanno campagna sulla Banca europea per gli investimenti (BEI). Proprio la BEI, infatti, ha finanziato il progetto con un prestito di ben 100 milioni di euro, concordato mentre l’esecutivo della Repubblica democratica del Congo tentava di fare chiarezza sulle concessioni minerarie rilasciate durante il periodo della guerra civile attraverso una commissione per la revisione delle licenze.

Il rapporto, che si intitola “Soul mining: the EIB’s role in the Tenke Fungurume Mine”, evidenzia anche come i termini contrattuali siano molto svantaggiosi per il paese africano, dal momento che il principale beneficiario dell’opera sarà la compagnia promotrice della miniera, il colosso americano Freeport McMoran. Una società che ha dei pessimi precedenti per violazioni in materia ambientale, tanto che il dipartimento per la cooperazione del governo norvegese l’ha inserita nella sua “lista nera”.

Secondo Prince Kumwamba, esponente della Ong congolese ACIDH, che ha collaborato alla stesura del rapporto compiendo numerose missioni sul campo e raccogliendo molte prove sulla violazione dei diritti umani, le condizioni di lavoro dei minatori, soprattutto quelli assoldati dei subcontractors, sono in palese contrasto con gli standard internazionali riconosciuti. “Lavorano sei o sette giorni a settimana senza aver nemmeno firmato un contratto, mentre la competizione tra le differenti comunità della zona viene utilizzata per tenere i salari il più basso possibile” ha dichiarato Kumwamba, che ha anche sottolineato come le famiglie sfollate a causa del progetto non siano state reinsediate e non abbiano ricevuto le dovute compensazioni. Non a caso le tensioni sociali nell’area sono già ai livelli di guardia e una manifestazione tenutasi a inizio 2008 ha comportato episodi di violenza e una serie di arresti.

Le ong di Counter Balance se la prendono con la BEI per il finanziamento accordato alla miniera, che reputano “irresponsabile”, specialmente in un momento in cui a ragione si critica il coinvolgimento cinese in troppo progetti controversi in Africa, ma si dimentica il ruolo giocato da realtà importanti come la Banca di sviluppo dell’Unione europea nello stesso contesto socio-politico.